P.I.P.P.I. Programma di Intervento Per Prevenire l’Istituzionalizzazione

COS’È il PROGRAMMA P.I.P.P.I.

P.I.P.P.I. Programma di Intervento Per Prevenire l’Istituzionalizzazione

L’acronimo si ispira alla resilienza di Pippi Calzelunghe, quale metafora della forza dei bambini nell’affrontare le situazioni avverse della vita, grazie anche al sostegno delle reti sociali e dei legami affettivi che possono favorire il fronteggiamento di situazioni di vulnerabilità familiare.

Il Programma P.I.P.P.I. risponde al bisogno di ogni bambino di crescere in un ambiente stabile, sicuro, protettivo e “nutriente”, per migliorare la qualità dello sviluppo, prevenendo e/o contrastando precocemente l’insorgere di situazioni che favoriscono le disuguaglianze sociali, la dispersione scolastica, il rischio di mal-trattamento e il possibile allontanamento dal nucleo familiare.

Si pone l’obiettivo di innovare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie in situazione di vulnerabilità, supportandole in un processo di cambiamento per il raggiungimento di un maggior benessere. Attraverso il lavoro multidisciplinare si valorizza la prospettiva dei genitori e dei bambini stessi che sono coinvolti nell’analisi dei bisogni e nella creazione delle progettualità, investendo in modo particolare sui primi mille giorni di vita del bambino in ottica preventiva.

Elemento di innovazione è la composizione dell’équipe multidimensionale: oltre a insegnanti, assistenti sociali, operatori sanitari, psicologi e altri professionisti, è presente la famiglia stessa che partecipa direttamente ai processi decisionali coinvolgendo anche figure significative (rete parentale e/o amicale, volontari, famiglie d’appoggio…). Inoltre a tutti i soggetti della rete interessati e coinvolti, viene proposta una formazione per una lettura condivisa delle situazioni e la diffusione di strumenti operativi coerenti al modello proposto.

Il Programma P.I.P.P.I. prevede un intervento intensivo della durata di 18 mesi in cui vengono messi a disposizione della famiglia una serie di dispositivi con la finalità di supportare ciascun componente del nucleo e generare un possibile cambiamento:

  • Interventi di educativa domiciliare e territoriale con le famiglie, bambini/e e ragazzi/e per sostenere i genitori, rafforzare le relazioni genitori-figli e favorire lo sviluppo delle loro capacità e competenze nelle fasi di crescita;
  • Gruppi genitori e di bambini/e: attività di sostegno alla genitorialità, di rinforzo delle abilità emotive e relazionali e della socialità di adulti e bambini, attraverso la narrazione e condivisione di esperienze e il supporto reciproco.
  • Partenariato scuole, famiglie e servizi sociali: le/gli insegnanti di riferimento del bambino/a interessato/a al progetto sono parte dell’équipe multidimensionale e sono ingaggiati/e e coinvolti/e in tutte le fasi dell’implementazione, tra cui anche la possibilità di individuare e proporre famiglie e attivare esperienze a scuola per favorire l’integrazione del bambino nel gruppo classe.
  • Vicinanza solidale: la valorizzazione di forme di aiuto reciproco tra famiglie e della rete informale quali parenti, amici, vicini e l’attivazione di luoghi di comunità e prossimità, oltre a iniziative di sensibilizzazione e promozione sul territorio volte a responsabilizzare le persone al dispositivo della vicinanza solidale, in collaborazione con il Servizio Affidi.

Al termine dell’implementazione l’equipe multidisciplinare valuta insieme a ciascun nucleo il percorso realizzato all’interno del Programma e si condivide l’opportunità/necessità di proseguire con la presa in carico da parte del Servizio di riferimento definendo insieme obiettivi, strategie e tempi.

 

LA STORIA DEL PROGRAMMA P.I.P.P.I.

L’implementazione del Programma P.I.P.P.I è partita nel 2011-2012 nelle città italiane riservatarie della Legge regionale 285/1997.

Con il  Piano Sociale Nazionale 2018 – 2020, è stato previsto un vincolo di destinazione di una quota di almeno il 40% del Fondo per le politiche sociali, per gli interventi e i servizi sociali rivolti all’infanzia e all’adolescenza. Quindi, a partire dall’ottava edizione di P.I.P.P.I., il Programma è stato sostenuto direttamente a valere sulle quote del FNPS, prevedendo la possibilità di coinvolgere tutte le Regioni italiane che, annualmente, hanno poi selezionato gli Ambiti territoriali sociali coinvolti nelle implementazioni.

Nel 2021, con l’approvazione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) da parte della Commissione Europea, nella Missione 5, Inclusione e Coesione, M 5C2 è stato previsto l’Investimento 1.1. quale sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti che si declina in 4 categorie di interventi, la prima delle quali riguarda P.I.P.P.I.: (i) interventi finalizzati a sostenere le capacità genitoriali e a supportare le famiglie e i bambini in condizioni di vulnerabilità; è stato previsto pertanto il finanziamento di P.I.P.P.I. per tutti gli ambiti territoriali italiani per il periodo 2022-2027.

Da ultimo, il 28 luglio 2021 è stato approvato il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023 da parte della Rete della protezione e dell’inclusione sociale, quale organismo di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali di cui alla L. 328/2000, che ha riconosciuto P.I.P.P.I. come Livello Essenziale delle Prestazioni Sociali (LEPS) e a fine settembre 2021 la Conferenza Stato Regioni ha, a sua volta, approvato tale Piano.

L’implementazione di P.I.P.P.I., pertanto, a partire dalla fine del 2021, si configura come lo strumento più appropriato per garantire, l’attuazione del LEPS relativo a “rispondere al bisogno di ogni bambino di crescere in un ambiente stabile, sicuro, protettivo e ‘nutriente’, contrastando attivamente l’insorgere di situazioni che favoriscono le disuguaglianze sociali, la dispersione scolastica, le separazioni inappropriate dei bambini dalla famiglia di origine, tramite l’individuazione delle idonee azioni, di carattere preventivo, che hanno come finalità l’accompagnamento non del solo bambino, ma dell’intero nucleo familiare in situazione di vulnerabilità, in quanto consentono l’esercizio di una genitorialità positiva e responsabile e la costruzione di una risposta sociale ai bisogni evolutivi dei bambini nel loro insieme”.

Oggi il Programma P.I.P.P.I. coinvolge tutte le 20 Regioni italiane, 2500 circa famiglie incluse nella sperimentazione e una comunità di pratiche e di ricerca formata da più di 6000 operatori dei servizi sociali, sanitari e della scuola, 250 coaches, 130 quadri e dirigenti come responsabili di servizi, a valere su entrambi i fondi, FNPS e PNRR.

 

P.I.P.P.I. NEL NOSTRO TERRITORIO

L’ambito di Desio (che comprende i Comuni di Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Desio, Muggiò, Nova Milanese, Limbiate e Varedo) ha implementato per la prima volta il Programma P.I.P.P.I. nel 2022, a valere su due fonti di finanziamento:

  • PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) nel periodo 2022-2026, per un totale di 3 implementazioni e n. 30 famiglie coinvolte dell’area minori e famiglia/tutela minori
  • FNPS (Fondo Nazionale Politiche Sociali) nel biennio 2022-2024 edizione di PIPPI 11, con il coinvolgimento di 10 famiglie con un’attenzione a situazioni di bambini con disabilità.

In totale il Programma intercetterà tra il 2022 e il 2026 almeno 40 famiglie residenti nei Comuni dell’Ambito di Desio che saranno coinvolte nell’implementazione del Programma P.I.P.P.I. Oltre alle possibilità offerte dal finanziamento dei dispositivi, in linea con quanto definito dal LEPS, il Programma P.I.P.P.I sta coinvolgendo sempre più famiglie diventando un modello di lavoro condiviso e diffuso.

IMPLEMENTAZIONE DEL PROGRAMMA P.I.P.P.I: LE FASI

Il Programma P.I.P.P.I. si caratterizza come un percorso intensivo e multidisciplinare della durata di 18 mesi e si articola in quattro fasi:

  • la prima fase, pre-assessment, è il momento in cui l’équipe multidisciplinare individua le famiglie a cui proporre la partecipazione nel Programma, con il supporto di indicatori offerti dal modello che orientano l’operatore;
  • una volta ottenuto il consenso della famiglia, ha avvio la seconda fase, di assessment e microprogettazione, nella quale è attiva e ingaggiata tutta l’équipe multidisciplinare. Questa è la fase in cui viene approfondita la situazione, condivise le preoccupazioni e i bisogni e vengono individuati obiettivi e le azioni da realizzare, anche in termini di impegni specifici;
  • nella terza fase si concretizza la realizzazione del programma, che comprende l’attivazione dei quattro principali dispositivi previsti;
  • la quarta faseè di valutazione ex-post del percorso e degli obiettivi raggiunti.

L’EQUIPE P.I.P.P.I.

  • Responsabile Ufficio: Progetti Tiziana Dell’Orto
  • Coordinatore Unico: Sara Mariani
  • Esperto in materia: Paolo Cannilla
  • Referente territoriale: Debora Galimberti
  • Coach per PNRR: Cristina Piolini e Imma Falco

per FNPS: Chiara Vergani e Sara Mariani

  • Equipe multidisciplinare: operatori psico-sociali ed educativi, insegnanti, operatori sanitari, mediatore linguistico-culturale, figure del terzo settore
  • Famiglie e bambini/ragazzi
  • Gruppo Territoriale (composto da Ufficio di Piano, Referente per la parte politica, Responsabili dei Servizi Sociali, Referente parte scolastica e sanitaria, Referente del Terzo Settore, Referente Territoriale del programma e Coach)

PER INFORMAZIONI:

ASC Consorzio Desio Brianza- via Lombardia 59 Desio (MB)

0362.39171 – pippi@codebri.mb.it

Referente Territoriale: Debora Galimberti

LINK

https://www.youtube.com/watch?v=mUbv8ERDq2g

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