Si è conclusa la prima edizione del gruppo espressivo per adolescenti, azione promossa nell’ambito del progetto Effetto Op, finalizzato alla realizzazione di azioni innovative volte alla promozione del benessere di bambini e ragazzi, attraverso l’intercettazione e l’intervento precoce in situazioni di fragilità, disagio, difficoltà, abuso e maltrattamento.
Gruppi espressivi adolescenti- I° edizione- novembre 2020- gennaio 2021
Il percorso di gruppo è partito nonostante l’imminente restrizione di ottobre per la pandemia. Inizialmente avevamo pensato di garantire gli incontri in presenza, ma per fortuna abbiamo avuto lo scrupolo di proporlo on line. Dopo poco infatti c’è stata la nuova chiusura.
Era una novità anche per noi proporre gli incontri da remoto. Le precedenti edizioni sono state fortemente marcate dal contesto: la valenza dell’incontro, della co-costruzione di un luogo libero dove potersi esprimere all’insegna della creatività, della libertà e della scoperta di sé, era stato il fulcro dei nostri incontri nelle precedenti edizioni.
Riuscire a creare vicinanza, nonostante la distanza, tra ragazzi che non si conoscono tra di loro, era una bella sfida.
Abbiamo iniziato il lavoro partendo dalle loro emozioni: aiutarli a riconoscerle, individuarle e descrivere come le esprimono. Hanno inizialmente svolto individualmente questo lavoro grazie all’utilizzo del test sulle emozioni… siamo rimaste sorprese nel vedere l’entusiasmo con il quale hanno partecipato alla proposta fatta: dal racconto del primo che ha iniziato a descriversi attraverso l’osservazione guidata, gli altri sono andati in risonanza e hanno iniziato a “vibrare” stimolati dalle suggestioni dei racconti del pioniere! La voglia di condividere la propria esperienza è stata contagiosa. E’ partita una cascata di racconti di situazioni in cui si sono sentiti così arrabbiati da desiderare spaccare tutto…per poi, dopo attimi di raccoglimento, ammettere (più a se stessi che al gruppo) che in realtà erano tanto tanto tristi, e che la rabbia era funzionale a distogliersi da questa emozione ben più profonda, che non sapevano gestire.
E’ stato sorprendente osservare il clima che in così poco tempo avevano creato questi ragazzi…ed era solo il secondo incontro!
Da lì abbiamo rimodellato le proposte adattandole, partendo da quello che emergeva nell’incontro precedente e introducendo proposte che potessero coinvolgere il loro lato più espressivo per parlare di sé e delle esperienze dolorose vissute che ci avevano raccontato, chiedendo loro di condividerle e rappresentarle al gruppo in modo diverso, meno narrativo.
Abbiamo utilizzato parole circolate dalla condivisione dei loro vissuti per comporre canzoni che parlavano di libertà contrapposta alla violenza, di scelta di chi si vuole essere, di liti che generano altre liti e altri concetti bellissimi nei quali loro cercavano delle risposte alle situazioni che hanno vissuto o alle emozioni che hanno provato.
Siamo così arrivati a parlare di fiducia, a voler sperimentare la fiducia! Abbiamo usato il corpo, ascoltando e seguendo le indicazioni che ci dava, per entrare in contatto con le parti contratte, con le emozioni racchiuse. Abbiamo usato tecniche bioenergetiche unite alle sculture corporee. Abbiamo così attraversato il confine dell’individuale e abbiano scoperto il valore del sostegno. Chi è più abituato nei giochi della vita ad assumere ruoli da protettore, magari nascondendo le proprie paure, ha provato a lasciarsi andare alla propria fragilità, accettando il sostegno di chi glielo offriva. Altri che tendono nella routine a porsi in modo più deciso, faticando a far sentire la propria voce, hanno usato l’energia del gruppo per sperimentare la propria aggressività.
Hanno mostrato una grande consapevolezza nell’ascoltarsi e riconoscersi le sensazioni e le emozioni provate: imbarazzo, ma anche sostegno nel sentire il gruppo al quale appoggiarsi per esplorare modalità espressive nuove, per liberare energie trattenute; sollievo nel lasciarsi andare, unione e compattezza nell’assaporare il gusto della condivisione.
Hanno scoperto il piacere di ascoltare le idee dell’altro, il gusto di stare al confronto e di apprezzare la diversità. Hanno accolto la possibilità di dare e ricevere consigli da persone da cui si sono sentiti profondamente ascoltati, senza giudizio e con la capacità di mettersi in gioco su vissuti profondi. Hanno portato le proprie fragilità e hanno trovato ascolto e condivisione.
Anche questa volta il gruppo si è dimostrato una risorsa ricchissima, dove la risonanza che emerge è più della somma dei singoli contributi.
Grazie!
Le conduttrici del gruppo
Guia Pagnoni
Natalia Rivolta
Per saperne di più rispetto alle azioni del Progetto Effetto Op, è possibile visionare la pagina cliccando il link https://www.consorziodesiobrianza.it/portfolio-items/effetto-op-il-progetto/